Scuola dell'infanzia

 

I bambini più piccoli [...] sanno già che "il bacio della mamma fa passare tutto."

(P. Wall, da "Perché proviamo dolore")


I bambini già a partire dalla nascita iniziano a discriminare alcuni stimoli visivi e uditivi e a due giorni di età iniziano a distinguere gli odori.
Verso il sesto o settimo mese il bambino inizia a esplorare il mondo intorno a se, attraverso il gattonamento e verso l’undicesimo mese iniziano i primi passi. Questa maturazione non è importante solo da un punto di vista corporeo ma anche della percezione del mondo circostante e contribuisce alla costruzione del Sé. La prima relazione psicologica avviene tra il bambino piccolo e le figure genitoriali o le persone che si prendono cura di lui. Questo avviene soprattutto con il pianto e il sorriso e rappresenta la prima base su cui si svilupperanno le successive relazioni. È ormai risaputo che un legame adeguato con la propria madre o figura di riferimento, permette un buon sviluppo emotivo e sociale del bambino. Le conseguenze di un legame non adeguato si potrebbero manifestare in futuro con difficoltà di apprendimento a scuola, con una bassa stima di se stessi e nella incapacità di instaurare rapporti sociali.
I neo-genitori sono sconvolti dai nuovi ritmi di vita. La bellezza della nascita si affianca ai nuovi bisogni del bambino. Oltre alle nuove necessità di accadimento occorre fare i conti con nuove spese che pesano sul bilancio familiare (pannolini, vestiti, latte e derivati). Il tempo sembra restringersi, e le cose che si facevano una volta devono essere lasciate da parte. La coppia vive un nuovo momento e il tempo per essere soli diminuisce. Questo può compromettere anche la sua solidità, costruita a volte con tanti compromessi.


Quali sono le difficoltà in questa età.
I problemi più noti per i bambini in questa fase sono legati al sonno e al pianto. Il sonno riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo fisico e psicologico del bambino. Durante il sonno il bambino rielabora gli stimoli ricevuti durante il giorno. L’attività cerebrale è attiva e permette al bambino di far crescere il proprio cervello in modo sano. Da questo si evince come sia importante per il bambino un sonno lungo e di buona qualità. Il pianto invece è una delle modalità di comunicazione del bambino, almeno fino alla formulazione delle prime parole. Il pianto di un bambino che sta male è diverso dal pianto di un bambino che non vuole dormire. Una corretta interpretazione del pianto, permette di meglio relazionarsi con lui, rispondendo in modo adeguato alle sue richieste.


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